Im Februar hat unsere Kursleiterin Albertina Ulrici-Ittner ihren Teilnehmer*innen in vier Online-Treffen die italienische Literatur nähergebracht. Die Auswahl der Werke und ihre literarischen Kindheitserinnerungen hat sie uns passenderweise auf Italienisch in sehr schönen Worten erzählt. Deshalb ist dieser Beitrag heute auf Italienisch.

1) Quali opere hai scelto per il corso e perché?
Questo corso voleva offrire l’occasione per conoscere pagine di letteratura italiana. Data la brevità del corso, ho solo cercato di offrire un’impressione della varietà di generi e voci nell’italiano scritto. Ho avuto la grande fortuna di trovare dei partecipanti molto interessati, attivi e disponibili all’esperimento, soprattutto nel momento di tradurre o interpretare passaggi non semplici. Questo atteggiamento positivo ha reso vivaci i nostri incontri e penso abbia arricchito un po‘ tutti.
Per la scelta dei brani, come punto di partenza sono andata a cercare prima di tutto nel deposito di pagine “del cuore”, intendo pagine lette non importa quando ma di cui ho conservato un buon ricordo. Però contemporaneamente volevo autori almeno in parte famosi, di cui i partecipanti possibilmente conoscessero già il nome, per soddisfare la loro curiosità. Il testo doveva anche offrire occasione per fare conversazione ma non presentare difficoltà insormontabili a una prima lettura.
È stato abbastanza facile approdare a una pagina tratta da Marcovaldo di Italo Calvino, in Italia un evergreen raccomandato a scuola come lettura per le lunghe vacanze estive. Il brano conteneva, oltre a umorismo, musicalità e temi attuali (la mancanza di spazio abitativo; l’impossibilità di andare in vacanza) anche un “elemento sorpresa” e quindi la possibilità di sospendere la lettura, immaginare una prosecuzione di fantasia e ritornare poi alla lettura per vedere cosa succedeva secondo l’autore.
Scegliere una poesia è stato meno facile. Obbligati alla distanza, non ho avuto il coraggio di proporre la poesia più conosciuta del XX secolo, espressione della sofferenza durante e dopo le due guerre, p. es. di Giuseppe Ungaretti. Ci siamo affacciati su spazi sconfinati con “L’infinito” di Giacomo Leopardi, con cui ogni scolaro italiano fa i conti, abbiamo richiamato i ricordi d’infanzia con le prime strofe di “Davanti a San Guido” di Giosuè Carducci e per finire abbiamo indovinato a quale animale assomiglia l’inverno visto con gli occhi di Gianni Rodari.
Al terzo incontro avevo promesso pagine biografiche e dopo tanti autori uomini era il momento di dare voce alle donne. Mi erano capitati in mano due articoli di quotidiano entusiasmanti, rispettivamente su una fotografa, Marcella Pedone, che ha anticipato il suo tempo (in giro per l’Italia da sola come free-lance negli anni cinquanta) e su una manager, Imma Battaglia, che si impegna in modo instancabile e con allegria per il dialogo sui diritti Lgbt. È stata anche l’occasione per affrontare il linguaggio del giornale.
Restava un ultimo incontro che si sono dovuti dividere due grandi del palcoscenico, Carlo Goldoni e Dario Fo, con parti de “La Locandiera” e di “Mistero Buffo”.
2) Hai ricordi personali di letteratura, per esempio per bambini?
Mi hanno sempre affascinato le fiabe e il fatto che gli adulti, nonostante la loro perenne fretta, quando mi raccontavano o leggevano fiabe tendevano a dimenticare il tempo. Il ricordo più bello è di mio papà (inizialmente obbligato da mia mamma), mia sorella e me sdraiati a pancia in giù sul tappeto, sprofondati nella lettura del librone di fiabe che, ho saputo dopo, Italo Calvino aveva raccolto in giro per tutt’Italia.
3) Hai dei consigli per gli studenti di italiano?
Io cerco di incoraggiare chiunque a prendere in mano libri di autori italiani per lettori italiani. È il modo migliore per abbandonare certi cliché e approfondire la propria immagine dell’Italia, oltre che per avere materia di conversazione quando ci si trova oltralpe.
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